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Rapporto di coppia: 5 errori da evitare dopo la nascita di un figlio
La statistica parla chiaro: la metà di tutti i divorzi si verifica nei primi 3 anni dopo la nascita di un figlio.
Dunque, quali sono i pericoli nel rapporto di coppia con un figlio piccolo?
Naturalmente, entrambi i partner commettono errori. Io lavoro con le donne, e, quindi, voglio mettere in guardia le donne, ecco i cinque errori più comuni.
1. Errore di apparente evidenza
Molte donne iniziano a rimproverare il compagno: “Non vedi come sono stanca?”, “Il bambino sta sempre in braccio e il lavandino è pieno di piatti sporchi?”. Spesso pensiamo involontariamente che ciò che è ovvio per noi sia altrettanto ovvio per il nostro partner. E se è ovvio anche per lui, allora perché non fa ciò che si deve fare? Questo è un campo infinito per rimproveri e pretese.
Il primo passo per recuperare il rapporto: prima di pretendere e offenderti, domanda a te stessa: “Mio marito conosce le mie aspettative rispetto a questa situazione? Capisce cos’è importante per me?”.
2. Gioco della vittima
Penso che tu sappia come succede: accogli tuo marito dal lavoro stanca, sfinita, per fargli capire subito quanto sia difficile per te fare tutto da sola. Fai tutto per tutti e ti lamenti che lui non ti aiuta, non apprezza e nemmeno se ne accorge. Ti poni dei traguardi irraggiungibili e cerchi eroicamente di eguagliarli.
Perché lo facciamo? Per sentirci importanti. Per sentirci riconosciute, per far capire che il nostro impegno per la famiglia non è facile per noi. Quando ci manca il riconoscimento, la comprensione, l’aiuto, siamo spesso inclini a mostrarci sofferenti girando per casa con un’espressione di “rimprovero silenzioso”.
Ma quando all’interno di una coppia uno si mostra vittima, l’altro diventa automaticamente carnefice.
E, nonostante il fatto che il ruolo della vittima porti alcuni vantaggi, non ci dà ciò che vogliamo e di cui abbiamo bisogno ossia coccole e dichiarazioni d’amore. Anzi, distrugge la disinvoltura nel rapporto, il sorriso, e, soprattutto, l’amore.
Il primo passo per recuperare il rapporto: assumiti la responsabilità per tutto ciò che fai e tutto ciò che NON fai nella vita. Non suona promettente, ma è l’unico modo per uscire dal ruolo della vittima. È una TUA SCELTA fare per la tua famiglia e per la casa tutto ciò che stai facendo.
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3. Allearsi con il figlio
Ti capita di dire “noi”, intendendo te e tuo figlio e “lui”, riferendoti al marito? Lo sento molto spesso: “Papà non ama giocare con noi”, “Mio marito non si interessa molto della nostra vita”. Quando la donna vede la famiglia in questo modo: ci sono io e mio figlio/i e c’è mio marito, l’uomo si sente escluso dalla relazione. Torna a casa, la moglie e i figli hanno la loro vita, non si sente il benvenuto. E di solito non resiste per molto tempo: si concentra sul lavoro, si allontana fisicamente sempre più spesso, va a prendere una birra con gli amici e cose del genere.
Un’alleanza molto più sana è questa:
da una parte io e mio marito (adulti) e dall’altra, il figlio/i figli (bambini).
Il primo passo per recuperare il rapporto: quando il marito torna dal lavoro la comunicazione con lui deve essere una priorità. Il neonato in questi casi di solito non è un “ostacolo”. Il bambino più grande (che tragedia!) può guardare i cartoni animati per una mezz’oretta. E se i figli interrompono la conversazione, dici: “Mamma e papà stanno parlando. Hai qualcosa di urgente?”.
4. Incastrarsi nel ruolo di “esecutrice dei doveri”
È uno “stato” in cui cerchiamo di essere le “brave mogli”. Tutta la nostra vita interiore ruota attorno a ciò che dobbiamo fare e a come riuscire a fare tutto. E inconsapevolmente riduciamo il rapporto di coppia al “fare uno dei nostri doveri”.
E anche nel nostro compagno vediamo prevalentemente “l’esecutore dei doveri di marito”. Raramente bravo, spesso mediocre o, addirittura, francamente, inutile.
La donna sa perfettamente COME deve essere l’esecutore dei doveri di marito…
Ad esempio, un esecutore di doveri “bravo” ripara gli elettrodomestici e altri guasti non appena glielo chiedi. È capace di intrattenere un bambino di qualsiasi età. Preferisce la comunicazione con i figli al divano o al computer. E, naturalmente, mette i suoi calzini sporchi direttamente nel cesto della biancheria. 😉
Un vero uomo (reale e non immaginario) di solito non è all’altezza dell’esecutore “perfetto”. Soprattutto nella parte che sa affrontare con successo il padre della donna.
È incredibile che la donna in questo “stato” sia convinta di conoscere suo marito “come se stessa”, crede che lui capisca tutto. In realtà, capisce ben poco cosa sta succedendo nella sua vita interiore. E nemmeno si rende conto di capire poco.
E, soprattutto, non vede più nell’uomo amato la persona che sta facendo un proprio percorso, con i suoi errori, lezioni e conclusioni, che vive la propria vita interiore in tutta la complessità umana.
Il primo passo per recuperare il rapporto: prima di raccontare a tuo marito delle faccende domestiche accumulate, chiedigli come sta, di cosa ha bisogno la sua anima.
5. Stile di vita troppo concentrato sui figli
La troppa concentrazione sui figli è caratteristico dei nostri tempi. Tutto per i figli, per la loro infanzia felice. Nei piani per il fine settimana: un centro di intrattenimento per bambini, un parco e un centro commerciale, comprare al figlio un giocattolo educativo e una bicicletta.
I piani per la serata: raccontare una favola, guardare cartoni animati; per la notte: ascoltare il webinar sull’educazione.
È difficile da credere, ma questo disallineamento non giova al rapporto dei genitori e neppure a quello dei figli. I figli sono importanti, naturalmente. I loro bisogni sono importanti, il loro sviluppo, le loro gioie sono importantissimi. Ma anche il rapporto dei genitori è importante. I loro bisogni, interessi e, ho paura di dirlo, anche i loro piaceri sono importanti.
Il primo passo per recuperare il rapporto: pianifica l’intrattenimento per il prossimo fine settimana sia per i bambini che per gli adulti.
La nascita di un figlio è una prova seria per una coppia. Stanchezza, notti insonni, mancanza di tempo l’uno per l’altro.
Si può superare questa prova su diversi lati della barricata, provare delusioni e lamentarsi sull’ingiustizia. Così come si può superarla insieme, “nella stessa barca”, sostenendosi a vicenda.
Cercare sempre di capire e percepire: cosa succede alla persona amata in quel momento, perché soffre o cosa chiede la sua anima? E, condividere le emozioni.
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