Senza marito è diventato tutto più facile. (Quello che le donne non dicono. Parte 3)

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Senza marito è diventato tutto più facile.

Ha affittato una casa, continua a lavorare, la figlia frequenta già la scuola, prende ottimi voti.

Adesso ha tutto ciò che desidera: la casa propria, il lavoro prestigioso, la figlia modello, l’indipendenza, persino l’attività propria.

Ma non si sente felice.

[su_heading size=”18″]La cosa che vuole più di qualsiasi altra cosa, anche se ha paura di ammetterlo a se stessa, è di posare la testa sulla spalla di qualcuno e sentirsi dire: “Riposa, non ti preoccupare, ci penso io”.[/su_heading]

È stanca di tutto: della responsabilità continua nei propri confronti e nei confronti della figlia, della necessità di tenersi tutto dentro (non ricorda nemmeno quando ha pianto l’ultima volta), della solitudine e del peso che trascina per tutta la vita.

Compra abiti nuovi per poter concludere gli affari in modo più facile.

Si prende cura di sé in modo meccanico, sempre per tenere “l’immagine” dell’attività.

Non si ricorda quando ha parlato a cuor aperto con la figlia (non ha proprio la forza).

Non sarà in grado di rispondere sinceramente alla domanda su ciò che vuole veramente.

Le sue spalle sono rigide e pesanti, nessun massaggiatore potrà mai rimuovere quelle pietre che porta appena sopra le scapole.

Lei è molto forte, autonoma e indipendente.

Sua madre è orgogliosa di lei. Ma lei non si sente felice.

Gli uomini che conosce sono sempre quei sognatori, nullafacenti o gigolò.

I veri uomini non sono interessati a lei, ha poca energia femminile e niente gioia.

Ma, gli uomini veri spaventano anche lei, perché non sa cosa aspettarsi da loro. Come costruire una vita con loro? Come relazionarsi?

E, in generale, non capisce come si costruisce una relazione, preservando la propria indipendenza, l’autonomia e il potere!?

E non è affatto pronta a rinunciare a tutto questo.

Se si fida e lui la tradisce, l’abbandona o, peggio ancora, inizia a picchiarla?

Quello che le donne non dicono 3

A volte incontra le compagne di classe.

“Questa non era molto intelligente e copiava sempre i compiti. Niente carriera, non sa fare nulla da sola, ma ha il marito che la adora, la porta in braccio.

Oppure, quell’altra, che lavora come psicologa a scuola, con uno stipendio da miseria, tuttavia fiorisce e brilla di felicità. Non porta mai niente di più pesante di un clutch. E sembra pure molto più giovane dei suoi anni senza alcun trattamento estetico.

Ce n’è un’altra, ancora più strana. È riuscita a raggiungere il successo, ed è pure felice. Si occupa di corsi di ballo o qualcosa del genere, e ha addirittura, la propria scuola di danza”.

Ma la cosa che si nota subito sono gli occhi. Gli occhi non mentono mai.

[su_heading size=”18″]Le donne felici hanno gli occhi che brillano sempre di un qualcosa di inspiegabilmente attraente.[/su_heading]

Ci sono, ovviamente, anche le altre compagne di scuola, la cui vita non è così felice.

Qualcuna ha un marito ubriacone, qualcuna ha il marito che la picchia pure, e ci sono quelle che, come lei, tirano tutto sulle proprie spalle, e qualcuna vive ancora con i suoi e non riesce a trovare la propria strada, tollerando gli scandali.

Ma relazionarsi con loro non è piacevole, hanno lo stesso aspetto di un cavallo denutrito e lo sguardo di un cane spaventato.

E accanto cresce la figlia.

E accanto cresce la figlia, che vede la mamma, una donna di successo, ma così sola e infelice.

Vede anche la storia del tradimento del suo padre e degli uomini con i quali la mamma ha avuto relazioni successivamente.

Vede come tutto si debba raggiungere con il duro lavoro, che bisogna fare tutto con le proprie mani, che non ha senso chiedere niente a nessuno.

Vede anche la nonna, il cui destino non è troppo diverso da quello della madre.

E anche se la madre stessa non vuole lo stesso destino per la figlia, la figlia non trarrà altre conclusioni che queste.

Ognuno provvede per sé. Trascinare addosso il più possibile e fin quando possibile.

Come crescerà una figlia che già oggi è l’unica gioia della madre?

Quella che col tempo si è trasformata da un esigente fagottino in una giovane ragazza con cui si può parlare di qualsiasi cosa, spiegare le difficoltà della vita…

Quella, che, come la madre, è abituata a fare tutto da sola, a non chiedere aiuto, a non disturbare nessuno con i propri problemi?

Questa catena continuerà finché nascerà UNA che si rifiuterà di portare sulle proprie fragili spalle femminili la responsabilità per il mondo intero.

UNA che riuscirà a dire “NO” a tutti questi scenari e abitudini del passato.

UNA che imparerà a chiedere, a essere debole e in qualche modo “dipendente” dagli altri.

UNA che, pur avendo tutta questa “eredità”, imparerà a disporne consapevolmente:

qualcosa scartare e qualcosa tenersi.

UNA che sceglierà la propria strada, diversa dalle strade della madre e della nonna >> 

Eccellente Donna

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